MARISTAELI LUNI - SARZANA

IN VOLO CON MH-101A E MH-90A

Dopo aver ammirato e documentato fotograficamente i numerosi elicotteri che hanno fatto la storia operativa della Base e che oggi sono esposti come prestigiosi Gate Guardians (un Agusta-Bell AB 47J, un Agusta-Bell AB-204, un Sikorsky SH-34 “Seahorse”, un Sikorsky SH-3D “Sea King” e un prototipo dell’AgustaWestland EH-101), è il momento di prepararci per la missione pianificata nel pomeriggio, che vedrà coinvolti entrambi i gruppi di volo. La prima tappa è il 5° Gruppo Elicotteri, dove iniziamo la preparazione nella sala equipaggiamenti. Qui ci vengono illustrati i dettagli tecnici e operativi dei dispositivi utilizzati dagli equipaggi: dai caschi dei piloti, integrabili con gli amplificatori di luce che consentono la visione notturna (NVG Night Vision Goggles), fino ai giubbotti antiproiettile e ai salvagenti tattici usati durante le missioni dagli equipaggi di volo. Per i fotografi, è previsto un salvagente semplificato senza bombola, con una dotazione che include un fumogeno colorato e un fischietto per agevolare un’eventuale localizzazione da parte dei soccorritori; sopra il salvagente indosseremo un’imbragatura che verrà fissata al punto di ancoraggio sul tetto dell’elicottero, consentendoci la massima libertà di movimento in tutta sicurezza anche con rampa posteriore e portelloni laterali aperti. A completamento, indosseremo cuffie che garantiscono comunicazioni costanti con l’equipaggio durante il volo. Dopo aver familiarizzato con l’equipaggiamento, ci spostiamo in hangar per un briefing di sicurezza a bordo di un MH-90A; qui apprendiamo le procedure di emergenza, incluse le modalità di apertura delle uscite di sicurezza; ci viene spiegato tutto quello che concerne la sicurezza come l’uso delle cinture a 5 punti e le peculiarità del sedile dotato di un sistema di assorbimento d’urto, che prevede l’abbassamento ammortizzato dei sedili in caso di atterraggio o ammaraggio forzato, riducendo così il rischio di lesioni alla colonna vertebrale dovute all’impatto. Dopo aver acquisito familiarità con l’MH-90A, ci spostiamo presso il 1° Gruppo Elicotteri per eseguire un’analoga sessione di briefing di sicurezza a bordo dell’MH-101A. Queste attività, fondamentali per la sicurezza durante il volo, sono seguite da un passaggio in aula briefing, dove incontriamo gli equipaggi che parteciperanno alla missione. Il briefing inizia con l’analisi del bollettino meteorologico, che promette condizioni ideali: qualche nube isolata sulla terraferma, cielo sereno sul mare e vento calmo, con una bassa probabilità di precipitazioni e turbolenza; la missione viene illustrata nel dettaglio dal capo formazione con l’ausilio di apposite slide proiettate su un grande schermo. Opereremo con tre elicotteri, ciascuno con un compito specifico, e utilizzeremo il call-sign SHARK 02 per il coordinamento con gli enti di Controllo del Traffico Aereo (ATC). Il primo elicottero sarà un MH-101A, identificato come SHARK, incaricato del trasporto e dello sbarco delle truppe d’assalto che per questa missione verranno solo simulate; il secondo elicottero sarà un MH-90A, denominato GUNNY, con il compito di fornire scorta e protezione durante le operazioni di assalto ed eventuale SAR (Search And Rescue); il terzo elicottero, un MH-101A con nominativo FOXTROT, sarà dedicato alla documentazione fotografica delle varie fasi della missione. La pianificazione prevede un decollo alle 14:30 con rotta iniziale verso sud fino al mare, seguito da una navigazione lungo la costa delle Cinque Terre per una serie di manovre in formazione; la missione entrerà poi nel vivo con una simulazione SAR all’Isola di Tino e un successivo assalto e rilascio simulato di truppe su Nave Piave, ancorata all’interno della baia del Varignano. Un fotografo sarà imbarcato su GUNNY e l’altro su FOXTROT per catturare ogni dettaglio. Dopo il decollo, come pianificato, dirigiamo verso le Cinque Terre in formazione serrata; GUNNY e SHARK procedono quasi affiancati, mentre FOXTROT, con la rampa posteriore aperta, occupa la posizione avanzata per immortalare la formazione. Poi, in un elegante gioco di spostamenti, gli elicotteri effettuano una serie di manovre tattiche in formazione, con scambi di posizione e ricongiungimenti, mostrando precisione di volo e coordinamento derivato dal costante addestramento. Dalla costa ci spostiamo verso l’Isola del Tino, dotata di una piccola piazzola; qui SHARK esegue una simulazione di operazione SAR, mantenendosi in hovering vicino alla piazzola mentre utilizza il verricello per il recupero. Nel frattempo GUNNY si posiziona a una quota più alta, garantendo protezione dall’alto per prevenire eventuali minacce durante l’operazione. Completato il recupero, la missione prosegue verso Nave Piave e l’obiettivo cambia: SHARK entra in hovering sulla prua dell’unità per simulare un rilascio di truppe con Fast Rope, cioè con speciali “funi” utilizzate per rapide operazioni di discesa delle Forze Speciali. GUNNY rimane fermo in alto, in posizione di copertura, pronto a intervenire ed ingaggiare eventuali forze ostili. Terminata l’operazione, la formazione si ricongiunge e procede verso Luni. Durante la fase di atterraggio FOXTROT anticipa portandosi sopra la testata pista 36 per immortalare SHARK e GUNNY toccare la pista in maniera coordinata. La missione si conclude alle 16:00, dopo aver messo in evidenza la perfetta sinergia operativa e il livello di addestramento degli equipaggi.

 

Pictures e Report by Simone Ba e Paolo Zerlotto

 

LAVAGGIO ELICOTTERI

Ogni missione sul mare, specialmente quelle condotte a bassa quota, espone gli elicotteri della Marina Militare a elevate concentrazioni di salsedine. Questo fattore, se non adeguatamente gestito, può accelerare il deterioramento della struttura esterna e favorire la formazione di incrostazioni sulle parti ad alta temperatura dei motori, compromettendo l’efficienza operativa del velivolo. Per prevenire tali rischi, al termine di ogni missione svolta a bassa quota su mare, gli elicotteri sono sottoposti a un accurato processo di lavaggio. Al rientro, prima di raggiungere il parcheggio, il velivolo si porta su un’area dedicata della via di rullaggio, dove sono presenti dei getti d’acqua che, analogamente a un autolavaggio, rimuovono i residui di sale accumulati sulla superficie esterna; questo trattamento garantisce una protezione immediata contro la corrosione. Il lavaggio interno dei motori, invece, è un’operazione più complessa e avviene iniettando dell’acqua distillata in ciascun motore tramite una valvola dedicata situata sul fianco dell’elicottero. Le turbine vengono messe in rotazione senza avviare il motore, permettendo all’acqua di circolare all’interno e successivamente essere espulsa dallo scarico, eliminando ogni deposito di sale o impurità. A intervalli

programmati, definiti in base al numero di ore di volo sul mare, il trattamento viene intensificato utilizzando una schiuma disincrostante specifica al posto dell’acqua distillata; la schiuma viene lasciata agire per circa 20 minuti per disgregare eventuali accumuli più resistenti, prima di essere accuratamente rimossa mediante un ulteriore lavaggio.

 

Pictures e Report by Simone Ba e Paolo Zerlotto
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2025, Pictures & Reports