La Stazione Elicotteri della Marina Militare di Luni- Sarzana è situata a circa 10 km dalla città di La Spezia, nelle ultime propaggini della Lunigiana, e insieme a quelle di Catania e Grottaglie costituisce una delle 3 Basi Aeromobili della Marina. Costruita negli anni 70, venne intitolata all’Ammiraglio Giovanni Fiorini, figura centrale nello sviluppo della componente elicotteristica della Forza Armata. Maristaeli Luni ospita due Gruppi di Volo: il 1º Gruppo Elicotteri, operativo dai primi anni duemila con gli elicotteri pesanti EH-101, affiancato dal 5° Gruppo, dotato da ormai un decennio di uno degli elicotteri più moderni al mondo: l’NH-90. I due Gruppi di Volo hanno un ruolo cruciale nel mantenere in prontezza operativa gli equipaggi e i mezzi, soddisfacendo le esigenze operative e addestrative della Forza Armata. Le loro principali aree di competenza includono la lotta antinave, antisommergibile, il supporto alla Brigata Marina S. Marco e alle operazioni speciali. I Gruppi di volo sono supportati dalle varie articolazioni appartenenti alla Stazione Elicotteri, le quali garantiscono il coordinamento delle attività, il supporto logistico, l’addestramento e la standardizzazione degli equipaggi; inoltre la Base assicura anche il supporto tecnico-operativo ai mezzi aerei imbarcati a bordo delle unità della Squadra Navale o rischierati nei teatri operativi. Luni si distingue anche per ospitare due centri di eccellenza: il Centro di Addestramento e Standardizzazione al Volo su Mare (CASVM) e il Centro Sperimentale Aeromarittimo. Il CASVM si occupa di assicurare e gestire l’addestramento avanzato degli equipaggi di volo di tutta la Componente Aeromobili, impiegando i simulatori di volo per gli EH-101 ed SH-90 e gli strumenti di addestramento sintetico, oltre alla vasca operativa per l’addestramento all’ammaraggio forzato e la sopravvivenza in mare. Il Centro Sperimentale Aeromarittimo, invece, è incaricato di condurre tutte le attività di studio e valutazione operativa degli elicotteri e dei relativi sistemi di bordo. Durante la visita alla base abbiamo avuto l’opportunità di immergerci nelle varie attività quotidiane; i momenti più significativi, oltre alla missione in volo, sono stati quelli di assistere a una sessione di addestramento all’ammaraggio forzato e di vedere in azione i simulatori di volo, oggi strumenti essenziali per la formazione e l’addestramento degli equipaggi.
MH-90A / SH-90A
Il 5º Gruppo Elicotteri, istituito il 1º novembre 1969, è stato il primo reparto operativo della base di Luni. Inizialmente dotato di due AB-47J, il gruppo ricevette successivamente due AB-47G, sette AB-47J3 e sei SH-34J Seabat, trasferiti dal 1º Gruppo Elicotteri. Con l’arrivo dei Seabat, ormai obsoleti per il ruolo antisommergibile, iniziò una collaborazione strategica con il COMSUBIN e con il Battaglione San Marco. Rimosse le attrezzature antisommergibile, i Seabat vennero riconvertiti in elicotteri da trasporto per incursori e forze anfibie; per questo scopo la poppa della Nave ausiliaria per il trasporto truppe Andrea Bafile fu modificata nel 1971 per ospitare stabilmente almeno due Seabat, che rimasero in servizio fino al 30 giugno 1979, data di radiazione degli ultimi tre velivoli. Dal 1971 il 5º Gruppo si dotò di elicotteri AB-204 AS, a cui si aggiunsero, dal 1976, i più moderni AB-212 che gradualmente sostituirono tutti i mezzi precedenti. Sin dalla sua fondazione, il reparto ha ricoperto ruoli cruciali, dalla lotta antisommergibile e antinave alla sorveglianza delle unità sovietiche durante la Guerra Fredda. Negli anni ’90 il 5º Gruppo partecipò a missioni in scenari internazionali quali il Golfo Persico, la Somalia, l’ex Jugoslavia, l’Albania, il Libano e l’Afghanistan, oltre a rispondere alle numerose richieste della Protezione Civile per interventi di emergenza. Nel 2000, il gruppo creò un nucleo di piloti e operatori specializzati nel supporto alle Forze Speciali, con elicotteri appositamente configurati per l’impiego di visori ad intensificazione di luce (NVG). Il 15 giugno 2011, il 5º Gruppo ricevette il primo SH-90A (Shipborne Helicopter), mentre il 23 gennaio 2017 arrivò il primo MH-90A (Multi-Mission Helicopter). Entrambe le versioni derivano dalla piattaforma NH-90, con la differenza che l’SH-90A è progettato per il pattugliamento marittimo, le operazioni antinave (ASuW – Anti Surface Warfare) e antisommergibile (ASW – Anti Submarine Warfare), mentre l’MH-90A è ottimizzato per le missioni di trasporto tattico in ambiente marittimo e anfibio, collaborando principalmente con il Reggimento San Marco e le Forze Speciali del COMSUBIN (Raggruppamento Subacquei e Incursori). La flotta NH-90 della Marina Militare è composta da 56 elicotteri, suddivisi in 46 unità della versione SH-90A e 10 della versione MH-90A. Entrambe le configurazioni sono progettate per operare da bordo delle unità della Squadra Navale, garantendo capacità operative sia di giorno che di notte, anche in condizioni meteo-marine estremamente avverse. L’NH-90 è equipaggiato con un “glass cockpit” interamente digitale, e rappresenta il primo elicottero al mondo ad utilizzare il sistema di comandi di volo fly-by-wire. Questo avanzato sistema di controllo elettronico offre una precisione assoluta nel pilotaggio, consentendo un notevole risparmio di peso e spazio, poiché elimina l’uso di cavi d’acciaio e pulegge tradizionali; inoltre la totale integrazione con la suite avionica riduce significativamente il carico di lavoro del pilota, permettendogli di concentrarsi con maggiore efficienza sulla missione. Un aspetto distintivo dell’NH-90 è la sua modularità, che consente rapide configurazioni dell’elicottero per adattarsi alle esigenze operative specifiche del momento, rendendolo una piattaforma versatile e altamente reattiva nelle missioni più complesse. La versione SH-90A si distingue per un equipaggiamento tecnologico di altissimo livello, progettato per affrontare missioni complesse in ambienti marittimi. Tra le dotazioni principali spicca il radar di scoperta di superficie con capacità ISAR e IFF integrato, in grado di individuare bersagli sul mare fino a un centinaio di miglia nautiche; questo sistema è affiancato dal FLIR (Forward Looking InfraRed), che garantisce una visione infrarossa. Per la lotta anti-sommergibile l’SH-90A può essere configurato con il sonar HELRAS, caratterizzato da un cavo di circa 450 metri che consente immersioni profonde, adattabili a vari parametri come il tipo di fondale, la temperatura e la salinità dell’acqua. Il sonar può operare sia in modalità passiva (ascolto), che attiva (emissione di segnali acustici) e può essere associato anche ad un lanciatore di sonoboe per estendere l’area di ricerca; il lanciatore può trasportare fino a 10 unità tra boe attive, passive o dedicate alla rilevazione di parametri ambientali. Per l’auto-difesa il velivolo è provvisto di un sistema EWS (Electronic Warfare System) e due dispenser di “Chaff and Flares”, uno per lato; per l’attacco, invece, può trasportare due siluri MU-90 e missili antinave Marte MK2/S, mentre l’armamento di prossimità è completato da due mitragliatrici a canne rotanti DILLON M134D da 7,62 mm. A bordo possono essere installate fino a due console di missione: una dedicata principalmente al radar e l’altra alla gestione del sonar e delle sonoboe; tutti i sistemi, compresi radar, sonar, guerra elettronica e il collegamento Data Link sono completamente integrati e gestibili da entrambi gli operatori. Per le operazioni aero-navali, l’SH-90A è equipaggiato con un sistema di ancoraggio automatico al ponte di volo chiamato “Deck-Lock”; questo consente di assicurare l’elicottero al ponte senza l’uso delle tradizionali catene, ma grazie a un gancio installato sulla pancia della fusoliera che, su comando dei piloti, si innesta in una griglia dedicata sul ponte di volo. Infine, l’elicottero ha la possibilità piegare coda e pale del rotore principale, in modo da ridurre gli ingombri e ottimizzare il parcheggio in hangar a bordo delle unità navali. La versione MH-90A (Multi-Mission Helicopter) è progettata specificamente per operazioni di assalto, distinguendosi per una configurazione ottimizzata alle missioni tattiche anfibie. Diversamente dall’SH-90A, l’MH-90A non è dotato di radar di scoperta, ma integra un radar meteo, un FLIR (Forward Looking InfraRed) e un sistema EWS (Electronic Warfare System) composto da “Laser Warning Receiver”, “Radar Warning Receiver” e “Infrared Warning Receiver”; dispone inoltre di quattro lanciatori di “Chaff and Flares”. Il velivolo è equipaggiabile con due mitragliatrici DILLON M134D da 7,62 mm. Oltre all’OWS (Obstacle Warning System) per l’identificazione degli ostacoli durante il volo a bassissima quota, figurano tra le dotazioni anche i caschi HMSD (Helmet Mounted Sight Displays), completamente integrati con il FLIR e con gli NVG (Night Vision Goggles). Questi caschi permettono ai piloti di controllare il FLIR semplicemente muovendo la testa: guardando verso il basso, i piloti possono addirittura avere una visione “attraverso” il pavimento dell’elicottero, migliorando notevolmente la consapevolezza situazionale. L’MH-90A può essere configurato con un massimo di 14 sedili e dispone di quattro punti di ancoraggio per il sistema Fast Rope, utilizzato per la rapida discesa delle truppe. Le principali caratteristiche tecniche di entrambe le versioni sono le seguenti:
• peso massimo al decollo di 11 tonnellate;
• velocità massima di 175 nodi (324 km/h) al livello del mare;
• velocità di crociera di 130 nodi (240 km/h);
• quota massima di 20.000 piedi (circa 6.000 metri);
• autonomia massima di 4 ore, variabili in funzione del tipo di missione;
• range 621 miglia nautiche, come sopra variabile in funzione della missione;
• due motori General Electric T700-GE-T6E1, versione similare a quella dell’EH-101A ma aggiornato con il sistema di controllo digitale Fadec.