La Junkers Aircraft, nome iconico dell’aviazione e sinonimo di innovazione, ingegneria di precisione e maestria artigianale, ha organizzato lo scorso 15 luglio uno splendido evento all’aeroporto Nicelli di Venezia Lido per annunciare ufficialmente la sua entrata nel mercato italiano.
Per celebrare questo debutto la Junkers ha organizzato un evento immersivo di un intero giorno in quella che sicuramente rappresenta la sede più adatta per questa occasione, ovvero l’aeroporto Nicelli di Venezia Lido. Ma il motivo non è soltanto legato al fatto che il Nicelli sia uno dei più vecchi e architettorialmente significativi aeroporti del mondo, situato in un contesto che non ha eguali. Il Nicelli è entrato nella storia dell’aviazione civile perché da qui è partito il primo volo commerciale italiano nel 1926, operato dalla compagnia aerea Transadriatica a bordo di uno Junkers F13 con destinazione Vienna.
L’evento ha riunito insieme le maggiori testate giornalistiche, importanti personaggi del lifestyle, clienti VIP e rappresentanti del mondo del volo. Agli ospiti è stata offerta l’esclusiva opportunità di volare sulla laguna di Venezia a bordo di aeroplani repliche dello Junkers F13 e, a pochi fortunati, di co-pilotare uno Junkers A50 Junior.
In volo sullo Junkers F13
Le uniche tre repliche dello Junkers F13 attualmente esistenti erano tutte presenti al Nicelli per l’evento. Per gli ospiti sono stati organizzati nel pomeriggio due slot di volo, ciascuno operato da tutti e tre gli aeroplani. Dopo un breve briefing pre-decollo si sale a bordo dell’F13 camminando sull’ala mettendo i piedi su appoggi appositamente predisposti. Entrando in cabina si fa un salto indietro di più di cento anni. I quattro posti in pelle marrone chiaro sono fedeli repliche dell’epoca. La cura dei dettagli è pazzesca. Il finestrino posto sopra i due sedili che guardano verso la coda consente di vedere la cabina di pilotaggio, ed è l’unico punto dal quale entra un po’ d’aria durante il volo. Ci viene detto di indossare le cinture solo per il decollo e l’atterraggio; per il resto del volo potremo muoverci a piacimento all’interno della cabina. I tre aeroplani decollano in sequenza e poi si stringono in una formazione a freccia. Inizia lo spettacolo. L’unicità della laguna di Venezia, i litorali sabbiosi, il mare. L’aereo sulla destra entra ed esce dalla formazione effettuando manovre che ci consentono di apprezzare le sue forme di lato, sul dorso e di pancia. In alcuni momenti la distanza è così ravvicinata che si vedono le persone sul velivolo di fianco sorridere entusiaste. La formazione si dirige poi sulla città di Venezia ed alle già tante emozioni si aggiunge la magia! La caratteristica forma a pesce della città è chiaramente visibile, così come tutti i suoi punti di interesse più conosciuti, primo fra tutti Piazza San Marco con la Basilica, il Campanile ed il Palazzo Ducale. Per apprezzare ancora di più il privilegio che ci è stato concesso, bisogna dire che normalmente Venezia Avvicinamento non consente agli aeroplani di Aviazione Generale o VDS Avanzati di entrare nel CTR e sorvolare la città, vista anche la vicinanza con il sentiero di discesa degli aerei di linea diretti a Tessera. Dopo una mezz’ora da sogno, la formazione si scioglie ed i tre aeroplani in fila indiana si portano in sottovento per pista 33 ed atterrano al Nicelli. L’emozione dipinta sui volti dei passeggeri che scendono dall’aero non ha bisogno di commenti.
In volo sullo Junkers A50 Junior
Mi sono avvicinato allo Junkers A50 Junior provando un’emozione indescrivibile. Gli edifici anni ’30 del Nicelli, la storica stazione di rifornimento della Esso, i tre Junkers F13 parcheggiati vicino sul piazzale, mi hanno catapultato in un’altra epoca, quella degli aerei semplici che compivano imprese straordinarie, pilotati con “stick & rudder”, bussola, cronometro e cartina: a quei tempi il volo era un’arte! L’A50 Junior è bellissimo. Non riesco a staccare gli occhi dalle sue forme, dai dettagli, dalla precisione di assemblaggio. Ma l’A50 bisogna anche toccarlo. La sua pelle ondulata esercita un fascino irresistibile. Guardate la foto di Kasia Smutniak insieme con Dieter Morszeck mentre accarezzano entrambi l’ala dell’A50: fa venire la pelle d’oca! La presenza di Kasia Smutniak all’evento non è casuale. Figlia di un generale dell’aeronautica militare polacca, cresce a contatto con il mondo dell’aviazione, ereditando così dal padre la passione per il volo, tanto che a 16 anni consegue il brevetto di pilota. Dopo essersi intrattenuta a lungo con Dieter è salita sull’A50 Junior per un volo dimostrativo. Ho avuto l’opportunità di parlare parecchio con lei dopo il volo e nel corso della serata. Il suo interesse per gli aeroplani è genuino e la sua curiosità insaziabile. Kasia vola a Roma Urbe, ma non ama muoversi in quella zona soggetta a molte restrizioni, così come spostarsi in aeroporti dove è di casa tanta burocrazia. Mi ha detto, testualmente: “Mi piacerebbe volare con aerei più semplici, andare per aviosuperfici dove chiami il gestore poco prima di partire, e quando arrivi vieni accolto da una persona animata da tanta passione e con cui puoi condividere un piatto di pasta sul campo”. Le ho risposto che è quello che faccio io da anni con il mio aereo e mi ha invidiato molto.
Il mio turno di volo sull’A50 è l’ultimo della giornata. Chiedo al pilota se posso portare a bordo la macchina fotografica e se potrò prendere i comandi per sentire come vola l’aeroplano. Mi risponde che non c’è problema; mi aiuta a salire al posto del passeggero (l’aereo ha i doppi comandi), a fissare la cintura a quattro punti e mi spiega alcune cose sui comandi ed i parametri di volo. Il motore prende vita ed il sogno di volare sull’A50 Junior sta per trasformarsi in realtà. Rulliamo al punto attesa per pista 05. La visibilità, come per tutti gli aerei con carrello biciclo, non è molta e si procede guardando di fianco. Nella corsa di decollo, raggiunti i 60 km/h, si spinge la barra in avanti per alzare coda e la visibilità anteriore adesso è perfetta. A 90 km/h si decolla, proseguendo la salita intorno ai 110 km/h, salendo a 500-800 ft al minuto. Raggiunti i 1.000 ft di quota proseguiamo lungo costa verso Jesolo alla velocità di circa 150 km/h. Prendo i comandi, provo a fare qualche manovra e poi una virata a 360° completa. La manovrabilità è buona e l’aereo non ha quasi nessun momento di imbardata inversa. Nel complesso è semplice e piacevole da pilotare. Rimanendo seduti senza sporgersi di lato il flusso dell’aria è piacevole, anche tenendo conto che non indossavo un caschetto, ma soltanto le cuffie. Parlare all’interfono non è facilissimo. Meglio tenere una mano davanti al microfono per ripararlo dall’aria, così ci si capisce un po’ meglio. Ma tutto questo fa parte del fascino di questo tipo di volo. E’ l’aria che deve essere ascoltata, sentita, percependone direttamente anche la temperatura. Sono entusiasta dell’aeroplano, per come vola e per cosa rappresenta. Sono sicuro che potrà essere scelto da numerosi appassionati di aerei storici che potranno realizzare il loro sogno di volare su una replica molto fedele all’aereo originale, pur includendo un’avionica allo stato dell’arte e altre moderne dotazioni. Dopo circa 30 minuti di volo ci apprestiamo all’atterraggio per pista 05 e rulliamo al parcheggio. Ringrazio il pilota e la sua disponibilità e a malincuore scendo dall’aeroplano.
Eleganza, fascino senza tempo, bellezza, precisione, cura maniacale dei particolari, maestria artigianale, dedizione, passione, in una parola sola: Junkers Aircraft. Se volete volare su un aereo con carattere e anima lo Junkers A50 e A60 è l’aereo che fa per voi. Facciamo quindi alla Junkers i nostri migliori auguri per il suo ingresso in grande stile nel mercato italiano, sicuri che gli appassionati di questo modo di volare apprezzeranno tantissimo i loro aeroplani.
Foto e report di Paolo Zerlotto